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Cosa significa switch-to-eco?

Switch to eco vuol dire cambiare verso un’altra coscienza, raggiungere un diverso punto di vista, abbandonare l’antropocentrismo per il biocentrismo, giudicare l’uomo come essere che fa parte e che dipende dall’ambiente. Rispettare maggiormente noi stessi e le priorità che caratterizzano la nostra qualità della vita, abbracciare i valori del rispetto per la vita in generale e orientare la nostra solidarietà non solo orizzontalmente verso i contemporanei ma anche verticalmente verso i nostri figli.

Come diventare più sostenibili?

Entrare nell’ottica di orientare le nostre scelte in base alla loro sostenibilità presuppone un assunto: di base, quando agiamo in modo normale (leggi: inconsapevole), siamo in-sostenibili, in-sopportabili, fastidiosi inquilini abusivi. Antipatico, no?

Siamo esseri umani, esseri animali, grandi, piccoli, complessi, semplici, unici. Eppure abbiamo una cosa in comune: siamo consumatori. E le nostre scelte di consumo orientano un mercato, una società, una filosofia, un modello di vita e uno sfruttamento delle risorse limitate a nostra disposizione. Non pensiate che si parli di sole risorse territoriali qui! Ogni giorno attingiamo alle nostre personali risorse, erodendole senza lucidità.

Potremmo discutere all’infinito sulle distopie ambientali, sociali ed economiche che i nostri atteggiamenti concorrono a generare ogni giorno… e questo è quello che intendiamo fare: vogliamo informare per promuovere scelte consapevoli e a basso impatto.

Come proteggersi dai raggi UV in modo più sicuro?

Come proteggersi dai raggi UV in modo più sicuro?

L'importanza di proteggersi dalle radiazioni del sole I danni alla pelle provocati dall’esposizione ai raggi UV (radiazioni ultraviolette) sono ormai ben noti: scottature, macchie, nei, invecchiamento cutaneo precoce, tumori. Le campagne di sensibilizzazione volte a...

Made in Italy e sostenibilità

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Ogni prodotto è il risultato di una lunga catena di trasformazioni, come determinarne l’origine in modo univoco? E, soprattutto, quando possiamo definire un prodotto “made in Italy”?