Seleziona una pagina

L’importanza di proteggersi dalle radiazioni del sole

I danni alla pelle provocati dall’esposizione ai raggi UV (radiazioni ultraviolette) sono ormai ben noti: scottature, macchie, nei, invecchiamento cutaneo precoce, tumori.

Le campagne di sensibilizzazione volte a promuovere l’uso dei filtri solari hanno avuto effetto e sempre più persone li utilizzano con costanza, non solo nelle giornate estive al mare o in piscina, ma oramai anche in inverno.

Secondo un’indagine condotta a giugno 2019 da YouGov, il 69% della popolazione italiana intervistata utilizza creme protettive quando si espone al sole. La quota aumenta al 79% se si guarda alla sola componente femminile.

Tuttavia, soltanto il 36% degli utilizzatori di filtri UV presta attenzione agli ingredienti contenuti nei prodotti che spalma sulla propria pelle.

Non tutti sanno che alcune sostanze sono in grado di penetrare nell’organismo attraverso la cute. Questa proprietà è particolarmente diffusa proprio tra le creme solari, che più delle altre hanno tra i principali requisiti da soddisfare quello di rimanere ben aderenti al corpo. Talmente aderenti che di alcuni ingredienti se ne rinvengono tracce nel sangue, nelle urine o nel latte materno. Ecco perché è essenziale imparare a leggere bene le etichette.

L’accumulo insostenibile di sostanze dannose

Non necessariamente un ingrediente assorbito dalla pelle è dannoso ma, pur non essendoci prove della sua pericolosità è comunque rischioso se non ci sono prove della sua sicurezza assoluta.

Anche le sostanze che non rappresenterebbero un pericolo a dosaggi ridotti potrebberlo diventarlo a dosaggi più elevati.

Occorre valutare la frequenza di utilizzo e la combinazione con altre sostanze.

La creme solari vengono applicate più volte al giorno nel periodo estivo e un uso prolungato può portare ad un accumulo insostenibile di sostanze nel nostro organismo che non riesce  a smaltirle con la stessa rapidità.

E’ importante inoltre tenere a mente che il nostro organismo è un sistema complesso e come tale riceve ogni giorno una grande pluralità di stimoli,  patogeni e sostanze da cui si deve difendere per restare in equilibrio.

La Food and Drug Administration americana (FDA) ha avviato studi di approfondimento su 12 ingredienti diffusi all’interno delle formulazioni di creme solari.

Un’associazione rappresentante delle aziende produttrici, il Personal Care Product Council, ci ha tenuto a controbattere che in Europa gli stessi ingredienti sono ritenuti efficaci e sicuri.

Di questi 12 ingredienti a destare le maggiori preoccupazioni di tossicità è l’ossibenzone (o oxybenzone).

Qui abbiamo già discusso dei danni che questa sostanza è capace di generare all’ecosistema marino. Purtroppo risulta pericoloso anche sull’essere umano e diversi studi hanno fatto emergere un nesso di causalità tra ossibenzone e irritazioni, squilibri ormonali e cancro alla pelle.

Scegliere con consapevolezza la crema solare più adatta a noi può quindi essere d’aiuto tanto a noi stessi quanto all’ambiente.

L’ossibenzone: efficace, diffuso ma pericoloso

L’ossibenzone è nel mirino della FDA in quanto tra i filtri chimici più diffusi, data l’effettiva efficacia dimostrata nella protezione dai raggi UVA e UVB.

Attraverso la pelle penetra nell’organismo: alcuni studi hanno evidenziato che viene assorbito più di quanto si presumesse, e comunque in quantità sufficiente ad interferire con le normali funzioni biologiche. Infatti i ricercatori, che hanno potuto rinvenirne le tracce nel flusso sanguigno e nel latte materno, hanno riscontrato che la sostanza è in grado di alterare alcune produzioni ormonali, come ad esempio quella degli estrogeni. Inoltre, un report pubblicato a marzo 2019 ha riscontrato danni nei feti di donne esposte a ossibenzone durante la gravidanza.

Lo studio preliminare della FDA

Risalgono a maggio del 2019 i risultati dello studio preliminare condotto dai ricercatori della FDA e pubblicato sul Journal of American Medical Association.

Nello studio sono stati sottoposti a test 4 tipi di protezione solare (2 spray e 2 lozioni) su 24 volontari. Tutte le formulazioni testate contenevano una combinazione di avobenzone, ecamsule, octocrylene e/o ossibenzone.

Ogni volontario ha applicato lo spray/lozione sul 75% del proprio corpo secondo le indicazioni raccomandate, ovvero ogni 2 ore, 4 volte al giorno, per 4 giorni.

Già dopo il primo giorno di utilizzo dei prodotti, tutte e quattro le sostanze sono state tracciate nel sangue dei volontari in una misura che eccedeva il livello soglia posto dalla FDA; per quanto riguarda l’ossibenzone, quella soglia è stata superata nel giro di sole 2 ore. Inoltre, le concentrazioni delle 4 componenti chimiche nel sangue hanno continuato a salire nel corso dei 4 giorni di studio.

Un ulteriore studio pubblicato nel 2019 su Reproductive Toxicology Journal ha posto l’attenzione sui rischi legati all’esposizione all’ossibenzone in gravidanza: le donne che nel periodo gestazionale usano quotidianamente solari con ossibenzone ne assorbono una quantità tale da aumentare il rischio che il nascituro manifesti la malattia di Hirschsprung, una malformazione intestinale. E’ bene specificare che lo studio non prova un nesso causale per cui l’esposizione genera deterministicamente la condizione, ma sottolinea l’importanza di effettuare ulteriori ricerche.

E se da una parte la American Academy of Dermatology tranquillizza in merito alla sicurezza dei filtri chimici, dall’altra l’American Academy of Pediatrics suggerisce ai genitori di non utilizzare solari con ossibenzone sui figli poiché la sostanza interferirebbe con il sistema endocrino.

Non è sempre facile dimostrare un nesso di causalità tra sostanza rischiosa e danno. Questo proprio perchè il nostro organismo è un sistema complesso e l’innesco di una patologia potrebbe non dipendere solo dall’assorbimento di una sostanza dannosa ma quella sostanza dannosa potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Per questo, come spesso si dice, la precauzione è la miglior cura.

Come proteggersi dai raggi UV in modo più sicuro?

Naturalmente il consiglio non è quello di smettere di usare la protezione solare: molte ricerche sono in corso in quest’ambito, ma i rischi che si corrono esponendo la pelle ai raggi ultravioletti sono solidamente dimostrati. Quindi non rinunciamo ad utilizzare la crema. Piuttosto, abituiamoci non solo in questo caso, ma con i cosmetici tutti, ad interpretare la lista degli ingredienti (altresì detta INCI, International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) e ad essere prudenti selezionando le formule più naturali e con minor impatto sul nostro organismo.

Possiamo preferire alle protezioni con filtri chimici protezioni con principi attivi minerali, come l’ossido di zinco o il biossido di titanio. Si tratta di pigmenti largamente presenti in natura. Il loro principio di protezione è come quello di uno specchio sulla pelle che riflette i raggi solari.

Le particelle che li compongono possono avere diverse grandezze per risultare più adatti alla rifrazione dei raggi UVA o dei raggi UVB.

Attenzione però anche in questo caso! Se le dimensioni sono inferiori ai 100 nanometri(nm) si parla di nanoparticelle, sulle quali sono in corso disquisizioni. Potrebbero infatti essere assorbite anche queste dall’organismo come avviene per i filtri chimici. Anche in questo caso non ci sono evidenze scientifiche.

Dal 2013 una normativa di emanazione comunitaria sui prodotti cosmetici ha imposto l’obbligo di dichiarare come “nano” ogni ingrediente presente nelle formulazioni con particelle inferiori ai 100 nm, quindi – di nuovo – l’importante è leggere bene l’etichetta.

Di seguito uno dei filtri solari più sostenibili, sicuri ed efficaci reperibili online:

Lavera

Marchio tedesco fondato nel 1987. Gli ingredienti che utilizza per i suoi cosmetici sono di natura biologica e controllata. Garantisce la conservazione dei prodotti grazie all’attenzione nei processi produttivi (es. facendo in modo che nel riempimento di tubetti, bottiglie, barattoli l’aria fuoriesca del tutto perché è con l’ossigeno che proliferano muffe e lieviti) e alla multifunzionalità degli ingredienti scelti. Non esegue test su animali (e non si avvale di terze parti per effettuarne) né sui prodotti finiti, né sulle materie prime. Lavera sul suo sito dichiara di seguire una filiera ecosostenibile, infatti diversi ingredienti sono di origine biologica controllata.

Crema solare Sensitive

Bianca, non semplice da stendere, come spesso accade con le creme utilizzano i filtri fisici al posto di quelli chimici. Il biossido di titanio (titanium dioxide) rilascia la consueta patina bianca e non è in nanoparticella. Disponibile con SPF 20, 30 e 50.

INCI

Acqua
Helianthus Annuus Hybrid Oil*(Olio di semi di girasole)
Titanium Dioxide (Biossido di titanio)
Polyglyceryl-3 polyricinoleate (Gliceride di acido grasso da fonti vegetali,emmoliente)
Dodecane     (Olio secco di origine naturale ottenuto da oli vegetali)
Alcohol*
Sodium Lactate  (Sale sodico dell’acido lattico,umettante e antiossidante)
Glicerina
Tricaprylin   (Triottanoato di glicerolo,emolliente)
Butyrospermum Parkii Butter* (Burro di karitè)
Ricinus Communis Seed Oil*  (Olio di semi di ricino)
Hydrogenated Castor Oil   (PEG-40 Hydrogenated Castor Oil nei Cosmetici Idrogenato dell’olio di ricino,viscosizzante)
Oenothera Biennis Oil* (Olio di enotera nei Cosmetici,Olio di enotera,emolliente)
Behenyl Beeswax, Stearyl Beeswax
Stearic Acid   (Acido Stearico nei Cosmetici, acido grasso di origine vegetale,viscosizzante)
Alumina, Xanthan Gum
Tocopheryl Acetate   (Tocoferolo acetato/Vitamina E acetato nei Cosmetici, Forma idrosolubile del Tocopherol,antiossidante)
Tocopherol     (Vitamina E)
Helianthus Annuus Seed Oil   (Olio di semi di girasole)
Ascorbyl Palmitate   (Ascorbil Palmitato nei CosmeticiForma liposolubile della vitamina C,antiossidante)

* ingredienti da agricoltura biologica certificata

Remedia

Un’altra azienda meritevole di menzione è Remedia.
In realtà più che un azienda si definiscono un progetto volto alla ricerca di un mondo in armonia con la natura.
Situati sull’appennino tosco-romagnolo, coltivano e trasformano le erbe che utilizzano per i loro prodotti.
La loro attenzione per la sostenibilità, per la salute e il rispetto per l’ambiente è massima.

Per questo motivo abbiamo voluto provare i loro solari (dei quali trovate il link qui di seguito), che vi consigliamo perchè sono stati efficaci nelle giornate più soleggiate dell’anno. L’unica accortezza da avere è quella di riapplicare la protezione dopo il bagno in quanto non resiste nell’acqua.
Seguendo i link potrete trovare maggiori informazioni.

LATTE SOLARE ALOE

LATTE SOLARE TITANIO

 

Ricordiamoci, infine, che i solari non costituiscono l’unico fattore di protezione per la pelle: oltre ad evitare l’esposizione nelle ore più calde, possiamo utilizzare cappelli e magliette o preferire luoghi ombreggiati per poter godere dei raggi solari in sicurezza.

Conoscete creme solari maggiormente efficaci, sicure e sostenibili? Segnalatecelo scrivendoci sul form!