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Quando si parla di plastica biodegradabile si fa spesso una gran confusione perché in questo modo è  etichettato erroneamente qualsiasi materiale non appartenente alla plastica tradizionale, raggruppando in un’unica famiglia tutti gli altri materiali plastici presenti sul mercato. Facendo luce su questo aspetto, quindi, è importante chiarire ogni dubbio su tale argomento per capire cos’è e dove si trova la plastica biodegradabile.

Cos’è la plastica biodegradabile

Un errore tra i più comuni riguarda il termine bioplastica, poiché è spesso utilizzato come sinonimo di plastica biodegradabile, nonostante le caratteristiche dei materiali siano differenti. In realtà, si tratta di una denominazione generale di significato più ampio e le bioplastiche possono essere biodegradabili o meno. Difatti, un materiale bioplastico può derivare da diverse combinazioni:

  • essere prodotto da materie prime di origine vegetale e non essere biodegradabile;
  • essere ricavato con materie prime di origine vegetale ed essere biodegradabile;
  • essere ottenuto da materie prime di origine fossile ed essere lo stesso biodegradabile.

Fatta questa premessa, un materiale è biodegradabile se vi agisce in natura un microrganismo capace di decomporre la materia in elementi chimici più semplici.

Il documento Wageningen UR (istituto Wageningen University & Research) definisce, infatti, la bioplastica un materiale che soddisfi almeno uno dei due seguenti requisiti:

  1. bio-based, cioè ricavato – interamente o parzialmente – da biomassa vegetale 
  2. biodegradabile.

Un prodotto di origine biologica (bio-based) è vantaggioso in termini di sostenibilità poiché proviene da fonti rinnovabili. Un materiale biodegradabile, invece, può essere degradato da microrganismi come batteri o funghi in presenza di acqua o gas naturali come l’anidride carbonica. In realtà tutti i materiali sono biodegradabili ma, mentre per la plastica convenzionale costituita con fonti fossili il tempo di degradazione naturale richiede centinaia di anni, la bioplastica, per essere definita biodegradabile, può richiede solo fino a 6 mesi offrendo un vantaggio in termini ecologici.  

Attualmente i materiali impiegati nelle bioplastiche non sono riciclabili. Fa eccezione quella famiglia di bioplastiche che oltre a essere biodegradabile è anche compostabile.

Mentre tutte le bioplastiche presentano nella maggior parte dei casi caratteristiche di impiego simili alle plastiche convenzionali, – offrendo comunque il vantaggio di essere più ecologiche -, la plastica biodegradabile e compostabile è la migliore  alternativa poiché ricavata da materiale organico rinnovabile ed è meno dannosa per l’ambiente, in quanto il suo processo di smaltimento avviene in pochi mesi, senza compromettere la fertilità del suolo. Purtroppo, con le attuali tecnologie, non è sempre possibile utilizzare questo materiale. La regola d’oro resta comprare solo oggetti di cui realmente necessitiamo.

Sono molti i materiali biodegradabili con i quali viene prodotto materiale bioplastico bio-based, prodotto da fonti rinnovabili. Tra le più comuni presenti sul mercato, possiamo ricordare quelle ricavate da:

  • amido di mais, grano e tapioca
  • fecola di patate
  • buccia di patate
  • canapa
  • cellulosa (contenuta nei vegetali)
  • acido polilattico, ottenuto dagli zuccheri
  • zuccheri o lipidi, attraverso un processo di fermentazione

bioplastiche

Dove si trova la plastica biodegradabile

Quello della plastica è oggi un mercato che incide pesantemente sulla salute ambientale, poiché i suoi effetti sono in grado di causare danni irreversibili al pianeta e, di conseguenza, all’essere umano. Secondo i dati di Plastic Free oltre 150 milioni di tonnellate di plastica si trova negli oceani e, solo nel Mediterraneo, ogni anno finiscono 570 mila tonnellate di plastica che equivalgono a 33.800 bottigliette di plastica. Numeri impressionanti che non lasciano spazio all’immaginazione in termini di sostenibilità ambientale.

Fortunatamente, in questi anni si sono fatti passi in avanti importanti, grazie a imprese e aziende che hanno cambiato rotta e aperto la strada alla produzione di materiale plastico biodegradabile. Un mercato mondiale che, secondo i dati di Markets and Markets, ha raggiunto un valore di 3 miliardi di dollari.

Ma dove si trova la plastica biodegradabile e quali sono i settori principali che ne fanno uso? I settori che maggiormente investono nei materiali plastici biodegradabili sono:

  • Raccolta e diversione dei rifiuti organici
  • Settori agricolo e orticolo
  • Imballaggio di alimenti

Packaging e sostenibilità: le azioni responsabili a cui sono chiamate le imprese produttrici

La produzione di imballaggi è oggi uno dei mercati industriali più trasversali e in crescita. Con l’avvento di internet e il processo di digitalizzazione, il boom agli acquisti online ha fatto registrare il conseguente incremento delle consegne a domicilio, le quali hanno decuplicato la produzione di imballaggi nel giro di pochissimo tempo per il trasporto di oggetti e beni di consumo a un sempre più vasto numero di utenti-consumer.Il packaging costituisce, in molti casi, il 20 o il 30% del volume totale presente nel prodotto finale acquistato dai consumatori e, moltiplicato su scala globale, rappresenta un enorme spreco in termini di risorse utilizzate. Sono molte le aziende che si stanno muovendo nella direzione ecosostenibile ma con diversi approcci. Alcune hanno solo obiettivo di aumentare le vendite attraverso azioni di greenwashing, altre con l’intuizione strategica di rilanciare la propria immagine attraverso programmi più strutturati di Corporate social responsibility solo apparentemente  lontani dallo scopo economico aziendale. Altre imprese ancora invece pongono la sostenibilità come valore centrale pensando a tutti i processi aziendali in funzione della tutela ambientale del pianeta e dell’etica.  La strada è quella della sostenibilità e ne sono un esempio alcune grandi realtà imprenditoriali che hanno deciso di investire in imballaggi riutilizzabili, oppure ricavati al 100% da materie riciclate e riciclabili, oppure ancora in nuovi materiali innovativi compostabili come appunto le bioplastiche, magari prodotte con l’ausilio di fonti energetiche rinnovabili.

Esempi virtuosi e necessari se si vuole convertire le abitudini scorrette di una società globale, basata sul capitalismo e vittima di un consumo sfrenato e insensato. Ogni anno una montagna di plastica invade aree del nostro pianeta e la questione relativa allo smaltimento dei rifiuti resta un problema grave. Per queste ragioni abbiamo tutti il dovere di informarci e di orientare le nostre scelte verso un comportamento più responsabile e prefererire prodotti compatibili con l’ambiente, apportando un’evoluzione culturale che sia in grado negli anni di sostituire in maniera definitiva – o quasi – materiali sintetici e pericolosi per l’ecosistema naturale e renderci più sostenibili e più felici.

smaltimento_rifiuti_plastica-biodegradabile

Lo smaltimento dei rifiuti e l’acquisto di prodotti biodegradabili, per un comportamento più responsabile e vicino all’ambiente

La gestione dei rifiuti e l’adozione di comportamenti responsabili, scegliendo sempre sacchetti biodegradabili e compostabili che possano essere smaltiti nell’umido, sono due pilastri di fondamentale importanza per la tutela ambientale. Per poter agire in modo sostenibile, è importante sapere che la plastica biodegradabile è più vantaggiosa per l’ambiente e può diventare un’ottima risorsa per il pianeta se si consente ai microrganismi naturali quell’azione capace di scindere la catena polimerica in sostanze presenti in natura. Anche la plastica riciclata rappresenta un altro gruppo di materie plastiche che può contribuire positivamente alla riduzione dell’impronta di carbonio dei prodotti per limitare l’impatto ambientale. In un mondo che sembra non fermarsi ma anzi accelerare quel processo produttivo orientato a un consumo eccessivo, c’è più che mai bisogno di programmare campagne di sensibilizzazione a favore di scelte responsabili nel processo di acquisto dei consumatori e, in questo, giocano un ruolo chiave tutti quegli attori locali come i Comuni, le Regioni o altri soggetti pubblici a servizio del Paese e in grado di informare e al contempo educare i cittadini a comportamenti più sostenibili.

Anche il contributo dei cittadini è importante. Avere chiara la differenza tra materiali biodegradabili e sostenibili, e quelli più dannosi o non del tutto compatibili con il nostro pianeta, è di vitale importanza. Ma allora, come saper distinguere i vari prodotti presenti sul mercato realizzati con bioplastiche e plastica biodegradabile? Esistono diversi modi per riconoscere le tipologie di materiali bio. Loghi ed etichette sono un valido strumento per distinguere i diversi prodotti, ma è importante che siano collegati anche a un sistema di certificazione. La dicitura biodegradabile potrebbe non bastare, poiché deve essere correlata necessariamente a una norma che ne specifica le condizioni e il tempo di biodegradazione. Per queste ragioni, è riconosciuta biodegradabile la plastica che soddisfa lo standard EN 13432 Cosa vuol dire biodegradabile e che, spesso, compare in evidenza sopra l’etichetta dell’imballaggio.

Molto dipende anche dai nostri comportamenti e dalle nostre abitudini. Adottare l’approccio delle tre “R” – riduzione, riutilizzo, riciclo – può contribuire a diminuire gli sprechi ai danni dell’ambiente:

  1. Diminuire, ove possibile, l’acquisto smisurato di oggetti e beni superflui che incidono in maniera eccessiva sull’ambiente.
  2. Prolungare la vita degli oggetti che possediamo, utilizzandoli per nuovi impieghi e limitando, così, la mole di acquisti annui di oggetti e beni non di prima necessità.
  3. Effettuando la Raccolta differenziata dei rifiuti, nel rispetto dell’ambiente e a tutela delle generazioni future.

Oltre a seguire queste regole non bisogna mai dimenticare che la sostenibilità è frutto di una visione globale. Ogni produzione richiede una serie di processi e i comportamenti messi in atto dall’azienda per produrre quel bene, pur se etichettato come ecologico, sono altrettanto importanti.

È necessario quindi informarsi a fondo anche sulla casa produttrice, sulla sua trasparenza e i suoi valori.

Sarà spesso impossibile trovare il prodotto ecologicamente perfetto, ma è importante valutare anche questo aspetto nelle nostre scelte di acquisto per premiare chi si fa realmente scrupoli sull’ambiente, sulla salute del consumatore e sul trattamento dei lavoratori.